Coronavirus, ritardi in Sicilia nei test sierologici sul personale scolastico. Miraglia (ONB): “Assurdo non coinvolgere i laboratori di analisi”

“In Sicilia, ma anche nel resto del Paese, si segnalano forti ritardi nell’esecuzione dei test sierologici anti-Covid sulle migliaia di lavoratori del mondo della scuola. Lo screening doveva partire lunedì scorso, ma i kit per le analisi sono stati distribuiti ai medici di famiglia solo nelle scorse ore ed alla prima campanella, ormai, mancano solo due settimane. Il rischio, insomma, è quello di scivolare nel caos”. Lo denuncia il dott. Pietro Miraglia, vicepresidente dell’Ordine nazionale dei Biologi (con delega Nazionale alla Patologia Clinica) e delegato ONB per la regione Sicilia.
“Torniamo a ribadire che la scelta con la quale il Ministero della Salute ha fissato gli indirizzi operativi per i test delegando la loro esecuzione ai medici di base ed addirittura, in qualche caso, finanche alle farmacie, ma tenendo inspiegabilmente fuori i laboratori di analisi cliniche autorizzati, è assolutamente priva di senso” prosegue Miraglia. “In base a quale criterio – è l’interrogativo posto dal rappresentante dei Biologi – si è deciso di escludere chi, come le strutture di laboratorio, è normalmente in possesso di tutte quelle caratteristiche professionali in grado di poter assicurare, in perfetta sicurezza, non solo un elevato livello quantitativo di test, ma anche quel controllo di qualità che è necessario, per non dire basilare, nell’esecuzione stessa dello screening sierologico?”.
“Parliamoci chiaro – rilancia Miraglia – sempre che tutto il personale scolastico accetti di sottoporsi all’esame, riuscire a completare le operazioni entro il 14 settembre, data fissata per la ripresa delle lezioni, sta diventando una vera e propria corsa contro il tempo. Anche perché, tra l’altro, ci sono medici (quelli che aderiscono allo Snami) che non hanno dato la propria disponibilità a ricevere i pazienti nei loro ambulatori. Perché, dunque, non coinvolgere anche i laboratori?”. “Torniamo a chiederlo a gran voce: il ministro della Salute ponga fine a questa grave ed assurda esclusione che rischia solo di ledere il diritto alla salute di migliaia di persone” conclude Miraglia.