L'1/1/2025 entra in vigore la nuova direttiva Ue che spinge sugli obblighi di trattamento avanzato, incrementa il numero di inquinanti da monitorare e promuove il riutilizzo delle acque reflue urbane. Va recepita entro il 31/7/2027.
Tra le principali novità della direttiva 2024/3019/Ue, che abroga la storica direttiva 1999/271/Ce (recepita in Italia dalla Parte III del Dlgs 152/2006) a decorrere dal 1° agosto 2027, la nuova road-map per l'entrata in vigore degli obblighi di trattamento secondario (entro il 2035 in tutti gli agglomerati delle dimensioni di almeno mille abitanti equivalenti), terziario (2039 negli impianti che coprono più di 150mila abitanti equivalenti) e quaternario (novità assoluta negli impianti che coprono più di 150mila abitanti equivalenti dovranno implementare entro il 2045).
Importante attenzione è indirizzata in materia di salute pubblica in relazione all’inquinamento chimico (compresi i cosiddetti “sostanze chimiche permanenti” come le sostanze polifluoroalchiliche, “PFAS”) o alle microplastiche, gli agenti patogeni (come virus e batteri) e la resistenza antimicrobica. Gli Stati membri dovrebbero incoraggiare il riutilizzo delle acque reflue trattate, soprattutto nelle zone caratterizzate da scarsità idrica. Gli Stati membri hanno tempo fino al 31 luglio 2027 per conformarsi (ad eccezione degli articoli 12 e 13 e degli allegati II e IV, che entrano in vigore dal 1° agosto 2027).
Gaetano D'Amico
Consigliere Ordine Biologi Sicilia
da Redazione
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